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Intervista a Verena Vittur, Direttrice dell’Istituto italiano di cultura a Sofia

Бр. 12/2021

Verena Vittur

Dottoressa Vittur, promuovere la cultura del proprio Paese in tempi di pandemia è una cosa che nessun Direttore di un Istituto di cultura si augura. Quali sono state le sfide maggiori nel 2020, che tra l’altro è stato il primo anno intero del Suo mandato qui a Sofia?

Per tutti noi l’anno 2020 è stato un anno molto difficile, sia dal punto di vista lavorativo che psicologico.  La pandemia ha stravolto completamente qualsiasi progetto di lavoro e siamo stati costretti a rivedere di mese in mese, a volte di giorno in giorno tutta la programmazione, adeguando le attività di promozione della cultura italiana alle possibilità effettive di realizzare eventi, sempre tenendo conto delle misure di sicurezza sanitarie.  La sfida maggiore penso sia stata la necessità di imparare a lavorare in modo diverso, anche a distanza, a gestire i contatti interpersonali senza potersi incontrare e a trovare soluzioni diverse e creative per promuovere la lingua e la cultura italiana.

Nonostante le difficoltà sono abbastanza soddisfatta e ritengo che l’Istituto sia riuscito ad ottenere ottimi risultati, specialmente per quanto riguarda le varie attività realizzate all’aperto quali le mostre e gli eventi culturali proposti nei mesi più caldi.

Quest’anno si celebrano i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Un anniversario importante, simbolico non solo per l’Italia, ma anche per la cultura mondiale. Tra i moltissimi eventi progettati in Italia per la celebrazione quali Le sembrano particolarmente interessanti?

Questa domanda mi mette veramente in difficoltà – come lei dice, gli eventi organizzati in occasione del 700° anniversario dalla morte del Sommo Poeta sono tantissimi e tutti di grande interesse. È bello vedere l’entusiasmo per le celebrazioni dantesche suscitato sia in Italia che all’estero: dappertutto fervono i preparativi per organizzare letture, mostre, concerti, dibattiti e vari eventi e spettacoli dedicati al Poeta e alle sue opere. Soltanto per citare un esempio, da mesi troviamo due saggi dedicati a Dante nella classifica dei libri più venduti in Italia. Si possono trovare eventi accademici ma anche di natura popolare, manifestazioni che spaziano dal rigore  scientifico al carattere divulgativo. Tutto il programma di celebrazioni dantesche è teso ad avvicinare ancora di più Dante alla gente. Tra gli eventi ce ne sono molti particolarmente creativi, adattati alle problematiche attuali, fruibili a distanza e tanti progetti che io ritengo molto importanti perché si rivolgono soprattutto ai giovani.

Secondo la riuscitissima proposta del celebre linguista Francesco Sabatini il 25 marzo, data d’inizio del viaggio di Dante all’Inferno, sarà ufficialmente indicato come Dantedì. L’Istituto italiano di cultura a Sofia ha preparato qualche iniziativa alla luce di questa giornata?

Il nostro Istituto è pronto per celebrare il Dantedì, e proprio in tale occasione avranno inizio anche le nostre iniziative dedicate all’anniversario del Sommo Poeta. Il 25 marzo presenteremo una delle iniziative che abbiamo programmato per le celebrazioni di quest’anno. Si tratta di una sorpresa di cui non vorrei ancora svelarvi troppi particolari, vi posso già annunciare che si tratta di una mostra intitolata “Dante Plus 700 – Sofia Edition” e tutti i dettagli al riguardo li potrete trovare sul nostro sito e sui nostri canali social. Nel frattempo, sempre sul nostro sito, potete già ascoltare l’audiolibro “Dalla selva oscura al Paradiso”, progetto realizzato dal MAECI in 33 lingue, tra le quali anche la versione in bulgaro realizzata dal nostro Istituto di Cultura.

Ogni tanto in Bulgaria si sentono opinioni contrarie allo studio di autori classici considerati troppo distanti e difficili per i ragazzi a scuola. A Suo avviso la figura di Dante riesce ancora a coinvolgere le giovani generazioni in Italia?

Dante è stato il più grande poeta che l’Italia abbia mai avuto e sebbene tutti siano abituati a vederne il profilo austero, lo sguardo severo con in testa l’alloro degli accademici, ciò che la sua opera più importante vuole trasmetterci è molto più moderno di ciò che ci si potrebbe aspettare. La Divina Commedia infatti è come una fotografia, un’istantanea di un mondo passato che ha però la capacità di raccontare al lettore tanto della natura umana e del mondo che tutt’ora lo circonda.

Però Lei ha ragione e non pensi che questo tipo di dibattito non esista in Italia. Ogni anno riparte la polemica relativa all’utilità o meno degli studi classici (visti come anacronistici da alcuni) in favore di studi più moderni e di carattere più pratico. Per questo noi dobbiamo cercare di far avvicinare Dante alla gente e in particolare ai ragazzi, spiegarne la modernità e l’attualità e l’importanza che la sua figura ha avuto nella creazione di una cultura condivisa in Italia. Dante infatti, oltre ad essere denominato Padre della lingua italiana, rappresenta l’identità nazionale nata ben prima dello Stato Italiano, la cultura del Bel Paese prima ancora che questo avesse le sembianze che ha oggi.

Desidero concludere questa risposta con una citazione: “… Dante parla ai giovani perché ha il cuore in fiamme come loro….” Questa è una frase del giornalista e scrittore Luigi Garlando, un autore abituato a scrivere per le generazioni più giovani e che ha appena pubblicato un romanzo dal titolo “Vai all’inferno, Dante!”

Noi bulgari nutriamo grande simpatia per il popolo italiano e per la sua lingua. Lei è già riuscita a rendersene conto nel corso della Sua attività a Sofia?

Sì, me ne sono resa conto e devo ammettere che poter promuovere la cultura e la lingua  italiana in Bulgaria è una gran fortuna: che si tratti di letteratura, design, cinema, arte, musica, cucina, teatro, archeologia, moda, danza o qualsiasi altro settore culturale, scientifico o tecnologico, siamo sicuri di suscitare interesse, ammirazione o voglia di scoprire e conoscere meglio l’Italia attraverso le nostre proposte culturali.

Ha già preso l’abitudine di mettersi la martenizza il 1 marzo?

Sì, è una bellissima tradizione legata all’inizio della primavera. Ho già trovato degli alberi fioriti dove ho appeso le mie martenizze.

Intervista di Daria Karapetkova

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