Gli alunni dicono sorridendo che l’inglese s’impara per necessità e l’italiano per amore

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Numero 37_Ita/2022

Conversazione con Nina Serkova

Nina Serkova

Prof.ssa Serkova, lei insegna italiano al liceo dell’istituto comprensivo 105 „Atanas Dalčev“ di Sofia da abbastanza tempo da avere materiale sufficiente per trarre alcune considerazioni. Gli alunni odierni fanno più o meno fatica rispetto a quando ha iniziato a lavorare con loro?

Negli ultimi anni, a causa dell’isolamento imposto, abbiamo perso contatto e vissuto tutti molto più chiusi, siamo stati costretti a comunicare per lo più attraverso piattaforme online o per telefono, e noto una cosa che mi rende estremamente felice: gli studenti desiderano comunicare dal vivo e difatti proprio adesso hanno una gran voglia di stare in classe, essere a lezione e darsi da fare, queste sono le mie osservazioni. Trovano sempre più difficile concentrarsi ed eseguire azioni ripetitive, processi fondamentali nella memorizzazione a lungo termine di nuove informazioni. Esattamente questa è la sfida più grande che spetta agli insegnanti: come presentare le nuove conoscenze in modo coinvolgente e allo stesso tempo aiutarli a sviluppare capacità di apprendimento che spesso mancano. Senza ovviamente dimenticare che ognuno ha uno stile di apprendimento individuale, e per scoprirlo e perfezionarlo ci vuole tempo, pazienza e tenacia.

Circa le considerazioni e le statistiche, sono sicuramente utili, ma una volta ottenute le informazioni che mi servono, e cioè quello su cui devo puntare, cerco di dimenticarmene durante il lavoro in classe, perché è facile cadere nella trappola e concentrarsi sulla foresta al posto dei singoli alberi. Sembra che non si parli abbastanza del fatto che per essere un buon insegnante bisogna lavorare costantemente su sé stessi, e non solo con gli studenti. Cerco di rimanere consapevole a questo riguardo.

Si può parlare di una pressione da parte della lingua inglese sulle altre lingue straniere meno popolari qui da noi? I ragazzi fanno difficoltà ad abituarsi a modi di parlare diversi da questo modello egemonico?

La lingua inglese si è già affermata in modo permanente nel vocabolario della maggior parte dei giovani del nostro Paese. E non solo dei giovani. È una diretta conseguenza della globalizzazione ed è un fenomeno che si osserva da più di 30 anni. Sono sicura che per i miei alunni è indispensabile conoscere l’inglese perché la società e l’ambito lavorativo lo richiederanno come abilità da parte loro. Negli ultimi anni c’è stata una fortissima ondata verso l’apprendimento dell’inglese, ma sembra che sempre più spesso sia i genitori che gli alunni intendono per lingua straniera un idioma diverso dall’inglese, vale a dire la padronanza delle basi dell’inglese e di un’altra lingua può offrire maggiori opportunità di sviluppo, trasformarli in professionisti qualificati e di conseguenza garantire loro un futuro migliore. Per quanto riguarda la seconda domanda – in primo luogo, non c’è nulla a cui i ragazzi facciano fatica ad abituarsi, è nella loro natura essere più flessibili degli adulti e la loro innata curiosità è ancora forte, ed è il più grande alleato di qualsiasi insegnante. In secondo luogo, la grammatica italiana è simile in quanto a struttura alla grammatica bulgara e spesso, paradossalmente, iniziano a capire meglio la grammatica bulgara studiando l’italiano. La sfida maggiore è come incorporare in maniera consapevole più italiano nella loro quotidianità per arrivare a padroneggiarlo sempre meglio. Perché la lingua inglese è ovunque – accendendo il computer o la TV si riversa letteralmente da ogni parte, per questo suggerisco loro di inserire la lingua italiana quando giocano al computer o nelle impostazioni del telefono, di guardare film italiani, ascoltare musica italiana o sintonizzarsi su canali televisivi italiani. Personalmente, sfrutto la loro conoscenza dell’inglese mostrandogli un’app dove possono imparare l’italiano tramite l’inglese, e questo a loro piace perché è semplice farlo al telefono mentre si viaggia in metropolitana, ad esempio, o la sera prima di andare a dormire. Gli alunni dicono sorridendo che l’inglese s’impara per necessità e l’italiano per amore, ma sanno benissimo che padroneggiare diverse abilità darà loro un vantaggio nella realizzazione futura.

Il tema dell’edizione di quest’anno della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo è la lingua dei giovani. Come parlano e scrivono i suoi studenti? È importante per loro farlo in maniera corretta?

Comunicano soprattutto online e preferiscono scrivere piuttosto che parlare. Usano frasi complesse e questo porta a un’espansione dell’enunciato. Nella lingua parlata si possono utilizzare frasi molto più brevi, il linguaggio del corpo, l’intonazione. Da questo punto di vista pare sia iniziata una rinascita dell’alfabetizzazione tra i giovani. Ancora non è così tangibile, ma quando condividono le loro impressioni a seguito della comunicazione coi vari interlocutori, oppure mentre li ascolto correggersi a vicenda, ritengo che sia ciò che sta accadendo. La lingua è un riflesso della realtà. Ogni generazione ha il proprio modo di esprimersi. Mi colpisce sentirli parlare più spesso dei loro sentimenti, cosa che noi delle generazioni precedenti non abbiamo fatto, e di conseguenza hanno bisogno di un vocabolario più ricco per esprimerli. Allo stesso tempo per l’ordine delle parole nella lingua bulgara non è un buon momento. Le preposizioni vengono spostate alla fine della frase e suonano in modo comico, in tutta sincerità, ma i ragazzi non sempre se ne accorgono, così come l’uso dei modi di dire (mescolano tra loro i modi di dire bulgari, non li conoscono e traducono letteralmente quelli inglesi) è senz’altro influenzato dalla lingua inglese.

Lei ha una laurea in Filologia italiana e una specialistica in traduzione e redazione. Qual è stata la sua motivazione personale a studiare italiano al tempo? Quali sono i motivi che spingono i giovani d’oggi a sceglierlo?

Ognuno ha un suo gusto individuale che abbraccia tutti i sensi. A quanto pare i miei sono sintonizzati sulle frequenze italiane, perché nonostante le difficoltà che ho incontrato, la  voglia di continuare a impararlo mi è rimasta, cosa che trasmetto anche ai miei studenti. Mi sono innamorata della lingua italiana relativamente tardi, ed è stato un amore maturo che mi ha portato a una scelta consapevole, perché io stessa ho iniziato a studiare filologia italiana all’età di 33 anni. Le scelte dei giovani di oggi sono condizionate da motivi diversi. A cominciare dalla pressione dei genitori, il loro immaginario dell’Italia, la melodiosità intrinseca della lingua italiana dovuta alla presenza di molte vocali nelle parole, il desiderio di continuare gli studi in un’università italiana, eccetera – i motivi sono numerosi. Ritagliamo sempre un po’ di tempo per parlare in classe di come potrebbero usare la lingua italiana in futuro. Ne parliamo anche perché quando padroneggi una determinata abilità nessuno te la può togliere, diventa parte di te. Imparare una lingua straniera significa anche immergersi in una cultura diversa, e quest’esperienza è meravigliosa quando si parla della lingua italiana, perché l’Italia ha dato molto al mondo in termini di cultura, arte, storia, moda e cucina. L’Italia è al primo posto i quanto a concentrazione di siti riconosciuti come patrimonio culturale mondiale nel territorio di un solo Paese. Sono felice di vedere che attraverso la lingua italiana imparano a conoscere il mondo ed espandono i propri limiti e le proprie convinzioni.

Ha ottenuto grande successo lavorando con gli alunni su progetti volti alla creazione di booktrailer in lingua bulgara e italiana. Ci racconti qualcosa di più. Quali sono i gusti letterari dei giovani?

Per via dello sviluppo di internet i giovani sono abituati a maneggiare principalmente di immagini e illustrazioni, hanno bisogno di maggiori competenze tecniche, ed è proprio per questo che quando creiamo progetti durante le ore di lingua italiana cerchiamo insieme soluzioni che diano loro un’opportunità di espressione complessa. Da qualche anno abbiamo iniziato a lavorare alla creazione di booktrailer, ovvero trailer di libri. Ho contattato una scuola di Brescia, in Italia, dove da anni lavorano in questa direzione, e su loro iniziativa, insieme a scuole di altri due Paesi europei, abbiamo firmato un progetto nell’ambito del programma Erasmus+. Il progetto ha avuto un enorme successo e ha portato alla creazione del Festival europeo dei booktrailer, che si svolge ormai ogni anno a Brescia. Spero che continueranno a partecipare studenti da tutta la Bulgaria.

Sono rimasta sorpresa dalla varietà dei gusti letterari. La conclusione è che i giovani lettori sono onnivori. C’è una tendenza alla diversità. La selezione di libri comprende i romanzi del filone chick lit, letteratura storica, opere di autori bulgari passati e presenti e, naturalmente, classici della produzione mondiale. Mi ha colpito il fatto che più volte abbiano scelto libri in cui c’è la presenza del realismo magico, che per certi versi si ricollega ai romanzi fantasy tanto amati e divenuti popolari negli ultimi anni. Perché dico che si ricollega? Perché a quanto pare sentiamo sempre di più la mancanza di bellezza, magia e incantesimo nella vita di tutti i giorni, e li cerchiamo nei libri. Come nel passato, ci sono giovani che amano leggere e altri a cui non piace. Questo non è cambiato e a mio avviso non credo cambierà.

Intervista di Daria Karapetkova

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